Il labirinto di carta
Viaggio della memoria attraverso le lettere di una famiglia scomparsa ad Auschwitz. Edizione 2021 arricchita con documenti e materiali inediti.
ISBN | 978-88-97350-47-7 |
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Autore | Anna Maria Hábermann |
Edizione | IV EDIZIONE |
Anno di pubblicazione | 2021 |
Pagine | 184 |
Formato | 16,7 X 23,7 |
Disponibile in | versione cartacea, versione Ebook, versione per Kindle |
“Nel titolo compaiono parole che mi riguardano: infatti sono l’ultima discendente della famiglia Hábermann, unica possibile voce narrante di una storia che, senza le mie ricerche e la mia testimonianza, sarebbe rimasta sepolta nel silenzio che l’ha sempre circondata.
Una storia che mi è caduta addosso come un macigno, inattesa e travolgente, dopo la scomparsa dei miei genitori.
Era il 1985 quando nel doppiofondo segreto della cassaforte di casa ritrovai alcuni documenti che sollevavano il velo sul passato della mia famiglia. Per me, figlia unica, nata da una coppia cattolica, fu uno shock scoprire quante cose ignorassi su mio padre. Non riuscivo a capacitarmene. Mi pareva impossibile essere stata tenuta all’oscuro di tutto ciò che – più che comprendere – intuivo da certi foglietti scritti in ungherese, lingua che non avevo mai imparato. Brevi missive con lo stemma della Croce Rossa indirizzate a papà, firmate da sua sorella, zia Inci. L’aver scoperto dall’incartamento del Ministero della Razza che mio padre era sulla lista delle persone da espellere dall’Italia per le sue origini ebraiche – fino a quel momento a me ignote – faceva sì che le parole “deportálásból, deportálva” assumessero un significato sinistro.
Fu così che si spalancò davanti ai miei occhi il sipario su un dramma di cui non avevo avuto sentore, né fra le mura di casa, né fuori di esse. Ero costernata, incredula. Mi scontravo con una drammatica realtà che non avrei mai immaginato potesse essere così vicina a me...
Iniziai a pormi domande a cui nessuno poteva rispondere, tranne zia Inci che viveva oltre la cortina di ferro e che, fino ad allora, avevo incontrato solo due volte.
Nel 1986 andai in Ungheria a trovarla. Speravo che potesse illuminarmi su vicende di cui, prima di scoprire le carte, non sapevo nulla: né che mio padre fosse ebreo e che per questo fosse stato perseguitato anche in Italia, né che avesse avuto un’altra moglie prima di sposare mia madre, né che da questo primo matrimonio fosse nato un figlio, Tamás, il fratello che non ho mai conosciuto, anche lui vissuto a Busto per qualche anno... Volevo sapere da lei quale fosse stata la sua sorte e quella dei nonni, ma ero impreparata al suo terribile racconto. La tragica logica delle persecuzioni razziali aveva travolto tutti in Ungheria, tranne la zia, unica sopravvissuta allo sterminio della famiglia. Purtroppo neppure lei seppe dirmi quale fosse stato il destino di Tamás, scomparso dal ghetto di Baja a quattordici anni, senza lasciare alcuna traccia di sé.
Non sopportavo il pensiero di tanto dolore, di tante vite distrutte, così vicine a me e così lontane, perse per sempre. Una volta tornata a casa rinunciai a ogni ulteriore ricerca. Ma la mia discesa negli inferi era solo rimandata.
Trascorsero altri quindici anni prima che mi decidessi ad affrontare il mistero del silenzio con cui i miei genitori avevano tentato – invano – di proteggermi.”
Anna Maria Hábermann
L′AUTORE
Anna Maria Hábermann, di padre ungherese e madre italiana, è diplomata in pianoforte, laureata in medicina, specializzata in ortopedia; ha brevettato il primo sedile ergonomico per musicisti, noto col marchio Linea® dr. Hábermann. Dal 2000 si dedica a ricerche storiche e alla scrittura: con L’ultima lettera per Tibor (Giuntina 2001) vince il 1° premio assoluto al III concorso Mario Tobino. Nel 2010 pubblica Tamás könyve, (Kieselbach, Budapest) e il Labirinto di Carta (Proedi), che suscitano notevole interesse mediatico. La tv ungherese RTL-Klub decide di trarne un film documentario, Holtak országa (Terra di morti), finalista al Budapest Film Festival 2011 ed evento speciale all’Adria Film Festival 2012. Anna Maria oggi è regolarmente invitata a tenere conferenze presso scuole superiori e simposi letterari in Italia e in Ungheria.
PAROLE CHIAVE
Deportazioni, Italia, Shoah, Storia famigliare, Ungheria
LEGGI LE RECENSIONI
"Segni del tempo. Portale di Arte e Cultura" (3 settembre 2011)
"Brescia Oggi" (27 gennaio 2011)
"L'Arena" (Vittorio Zambaldo, 27 gennaio 2011)
"Corriere della Sera" (Paola D'Amico, 23 gennaio 2011)
"Il Giorno" (Rosella Formenti, ottobre 2010)
"Bollettino della Comunità Ebraica di Milano" (Fiona Diwan, settembre 2010)
"Informazionecorretta.com" (Giorgia Greco, marzo 2010)
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Categorie: MULTIMEDIA, Memorie, Psicologia, SCIENZE, STORIE, Shoah, Storia contemporanea, Testimonianza, eBook
Tag: Deportazioni, Italia, Shoah, Storia famigliare, Ungheria