Israele – Diario di un assedio
Una selezione di articoli redatti fra il 2009 e il 2015 per dimostrare quanto la manipolazione sulle informazioni che ruotano intorno al conflitto arabo-israeliano, indeboliscano, delegittimizzino, demonizzino lo stato di Israele.
ISBN | 978-88-97350-31-6 |
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Sottotitolo | La cronaca puntuale di come terrorismo, politica internazionale e media collaborano a combattere la sola democrazia del Medio Oriente |
Autore | Ugo Volli |
Edizione | Prima edizione |
Anno di pubblicazione | 2016 |
Pagine | 624 |
Disponibile in | versione cartacea, versione Ebook, versione per Kindle |
Questo libro è un diario, o meglio contiene una selezione del “diario in pubblico” costituito dagli interventi pubblicati dal 2009 al 2015 su InformazioneCorretta.com, un sito specializzato nell'analisi della comunicazione giornalistica e mediatica sul Medio Oriente e in particolare su Israele. È il “diario di un assedio” perché mostra, giorno dopo giorno, come il terrorismo, gli attacchi militari di entità come Hamas e Hezbollah, la diplomazia europea e degli Usa, oltre naturalmente a quella degli stati arabi e musulmani, l'attività di istituzioni internazionali come Unione Europea, Onu, Unesco, Unwra (l'agenzia dell'Onu ufficialmente dedicata ai rifugiati palestinesi), la mobilitazione di strati consistenti di opinione pubblica religiosa, politica e intellettuale “progressista” in tutto l'Occidente convergano per indebolire, delegittimare, demonizzare lo Stato di Israele. Questa attività, documentata minutamente nel libro, costituisce un vero e proprio “assedio postmoderno” di Israele e degli ebrei. La sua ossessiva ripetitività, il doppio standard che prende solo Israele come obiettivo in tutto il panorama politico mondiale, la sua violenza simbolica ma spesso concretamente omicida si spiegano solamente pensando alla sua origine nei secoli dell'antisemitismo cristiano e musulmano.
L′AUTORE
Ugo Volli è ordinario di Filosofia della comunicazione e Semiotica del testo presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino, di cui è vicedirettore e dove coordina il Centro interdipartimentale di ricerca sulla comunicazione (CIRCE) e l'indirizzo in Semiotica e media del Dottorato di ricerca in Lettere. Ha al suo attivo oltre 300 pubblicazioni scientifiche e una ventina di libri. Collabora con giornali, radio e televisioni. Ha svolto attività di consulenza sulla comunicazione per numerose aziende e istituzioni pubbliche. Ha insegnato in numerose università italiane e straniere fra cui Brown University e New York University. I suoi campi di ricerca principali riguardano la filosofia della comunicazione, la teoria semiotica, l'analisi semiotica dei testi canonici della cultura religiosa ebraica, la comunicazione politica. Fra i suoi libri più recenti, Laboratorio di semiotica (Laterza 2005). Lezioni di filosofia della comunicazione (Laterza 2008), Parole in gioco (Compositori 2009), Domande alla Torah (L'Epos 2012) “Periferie del senso” (Aracne 2016)
PAROLE CHIAVE
Antisemitismo, Antisionismo, Autorità Palestinese, Cronaca, Gerusalemme, Hamas, Hetzbollah, Informazione, Isis, Israele, Medio Oriente, Netanyhau, Olp, Palestina, Politica, Propaganda, Sionismo, Striscia di Gaza, Tel Aviv, Terrorismo
RASSEGNA STAMPA
25 maggio 2016, "Moked/מוקד il portale dell'ebraismo italiano", recensione di Francesco Lucrezi
"Periscopio – Le minacce a Israele
Davvero un’ottima scelta quella dell’Editrice milanese Proedi (diretta, com’è noto, da Andrea Jarach, grande promotore di cultura e informazione nel nostro Paese) di raccogliere in un unico, ponderoso volume (oltre 600 pagine) gli articoli pubblicati, dal febbraio del 2009 alla fine del 2015, sul sito di Informazione Corretta (diretto, com’è parimenti noto, da Angelo Pezzana, da sempre protagonista irriverente, scomodo e graffiante del nostro dibattito politico e giornalistico), da Ugo Volli, semiologo di fama internazionale, dedicati alle molteplici, controverse tematiche del Medio Oriente (tanto nello specifico contesto di quell’area geografica, quanto nei suoi riflessi nella politica e nell’informazione italiana, europea e nel resto del mondo).
Un libro dal titolo eloquente, esplicito “biglietto da visita” di Volli, uno che non le manda a dire, e che non si tira mai indietro, quando c’è da difendere i diritti minacciati di Israele, e da denunciare la violenza e la pericolosità dei suoi nemici, l’ipocrisia e la falsa coscienza dei finti neutrali, o dei presunti arbitri, la viltà e l’ingenuità dei sedicenti amici: Israele, diario di un assedio. Sottotitolo: La cronaca puntuale di come terrorismo, politica internazionale e media collaborano a combattere la sola democrazia del Medio Oriente.
Il libro, per il numero e il livello dei commenti in esso riprodotti, nonché l’ampiezza e la problematicità delle tematiche affrontate, rappresenta un momento di riflessione particolarmente importante, e l’auspicio è che esso possa essere letto da un numero ampio di persone, di diverso orientamento politico e ideologico, perché tutti, anche coloro che non saranno d’accordo con le analisi di Volli, non potranno che trarre giovamento dall’impegno di un osservatore così lucido e appassionato, che potrà magari essere giudicato eccessivamente partigiano nelle analisi e nelle denunce, o esageratamente sferzante nella critica e nella polemica, ma a cui nessuno potrà certamente negare il dono della chiarezza, e della più rigorosa onestà intellettuale. Perché il libro, a mio avviso, si presta a essere giudicato su tre distinti piani: la qualità della scrittura; i fatti esposti; i giudizi formulati sugli stessi.
Sul primo piano, quello della scrittura, non c’è dubbio che lo stile di Volli, anche quando – e accade molto spesso – gli argomenti trattati sono tutt’altro che piacevoli, appare sempre coinvolgente nella capacità di conquistare il lettore con una prosa lucida, penetrante, corrosiva, che può magari turbare o irritare, ma difficilmente lasciare indifferente. L’autore non è un pedagogo, non si atteggia a maestro o a dispensatore di morale, in quanto il suo principale obiettivo appare piuttosto quello di sollecitare una reazione, di svegliare le coscienze, di scuotere dal torpore e dall’assuefazione. In quanto semiologo e studioso della comunicazione, egli costringe il lettore, si può dire, a formulare un giudizio personale sulle notizie, smuovendolo dalla comoda e passiva ricezione del pensiero tralaticio e della vulgata dominante. E credo che tutti, al di là delle personali opinioni, gli debbano un ringraziamento per una parola che può essere contestata o contraddetta, ma che difficilmente può essere lasciata cadere come superflua o insignificante.
Per quanto riguarda i fatti esposti da Volli, la sua appare una cruda rappresentazione della realtà, così come essa è andata svolgendosi in questi ultimi anni. La descrizione dell’‘assedio’, nelle sue molteplici manifestazioni (militari, diplomatiche, politiche, mediatiche…), appare precisa, lucida, sempre puntualmente documentata, e pare attestare in modo inequivocabile un costante peggioramento, a tutti i livelli, dell’atteggiamento del “resto del mondo” nei confronti di Israele, che corrisponde poi, ovviamente, a un parallelo incremento dell’antisemitismo mondiale, nelle sue varie e molteplici manifestazioni. Ci piacerebbe molto dire che Volli esagera, e che la situazione non è poi così nera come la descrive, ma purtroppo non lo pensiamo. Anzi, l’autore va ammirato per il fatto che questa desolante rappresentazione non lo spinge mai verso lo sconforto o la rinuncia, ma pare sempre sollecitarne lo spirito combattivo, il desiderio di reazione, la vigilanza e l’impegno civile.
Sul piano, infine, dell’analisi soggettiva, dell’attribuzione delle diverse responsabilità e dell’indicazione delle possibili risposte utili, non si può essere, naturalmente, sempre d’accordo con Volli. Ma, al di là di ogni valutazione personale sui giudizi formulati, il “diario di un assedio” è un libro che deve essere letto da chiunque voglia farsi un’idea propria di quel che accade nel Medio Oriente e nel mondo. Perché è un volume che dà molto da riflettere, che non lascia indifferenti, e che dovrebbe spingere tutti, anche chi non la pensa come l’autore, a interrogarsi sulla natura di quell’oscuro veleno che – ne sono profondamente convinto – non colpisce solo gli ebrei, e non circonda – non “assedia” – soltanto Israele. Francesco Lucrezi, storico"
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21 maggio 2016, "Tuttolibri - La Stampa", recensione di Lea Luzzati:
"IL DIARIO DI UGO VOLLI
Con la fede nel domani Israele resiste all'assedio dei nemici Terrorismo, politica internazionale, media combattono l'unica democrazia della zona Entusiasmo, speranza, ottimismo: le «armi» a cui si affida un piccolo grande Paese
di LEA LUZZATI
Che cosa c'è «tutt'intorno a Israele»? II Medio Oriente, da un punto di vista geografico. Un conflitto che dura ormai da decenni, a guardare le cose sul profilo politico e militare. Ma c'è anche, e forse soprattutto qualche cosa d'altro: Israele. Diario di un assedio è non a caso il titolo dell'ultimo libro di Ugo Volli. Pubblicato da Proedi editore, il volume raccoglie le decine e decine di «cartoline da Eurabia» che l'autore ha scritto sul sito di Informazione Corretta in un arco di tempo che va dal 2009 ad oggi. L'insieme di questo lungo racconto è davvero «la cronaca puntuale di come terrorismo, politica internazionale e media collaborano a combattere la sola democrazia del Medio Oriente», come recita il sottotitolo. Volli e Informazione Corretta conducono da molti anni la loro battaglia mediatica con l'obiettivo di fornire al lettore dati ed elementi di giudizio utili a farsi un'idea più ragionata di quel che succede in Israele e nell'area del Medio Oriente, ma anche di smascherare l'informazione viziata. Al di là di una battaglia mediatica non di rado aspra, è fuor di dubbio che l'informazione può diventare uno strumento di manipolazione, da smascherare a beneficio di tutti. II Medio Oriente è uno scacchiere complesso. Richiede uno sguardo attento e una conoscenza precisa di quegli antefatti che sono indispensabili per capire. Il perno intorno al quale tutto si avvita è del resto la risoluzione ONU che il 29 novembre del 1947 sancisce nell'area detta Palestina la creazione di due stati nazionali: uno ebraico, che il 14 maggio del 1948 sarà Israele. E uno arabo, che non è ancora nato perché il fronte arabo rifiutò allora la risoluzione. Questo momento storico è alla radice del conflitto. Tornando al libro di Volli, il tema dominante è l'idea di quell'assedio che cinge Israele sin dalla sua nascita e che è fatto di molte cose diverse, ha molte facce diverse. E va affrontato nel suo complesso co-si come si dipana nel libro. E un assedio certamente militare - che oggi come oggi, nel marasma confuso e mobile che è il Medio Oriente, è paradossalmente meno serrato che mai: Israele non è più completamente isolato. Ma è anche un assedio mediatico. Un assedio ideologico e culturale dai confini fin troppo ampi. L'idea di fondo, che sta nel subconscio di una vastissima opinione pubblica - anche e forse soprattutto europea - è che se Israele non ci fosse i problemi del Medio Oriente sarebbero risolti. E ovvio che così non è. Di più: è l'idea che la creazione dello stato ebraico rappresenti un torto, un vizio di fondo. Quest'assedio ideologico, che si declina da sempre in vari modi, ultimamente ha preso forma nel BDS - il movimento per il boicottaggio e le sanzioni -, che secondo Volli è decisamente più «contro» Israele che «pro» Palestina. L'assedio che Israele subisce non solo a ridosso dei suoi confini geografici ma soprattutto intorno a quelli esistenziali è in sostanza la sua radicale, più o meno dichiarata delegittimazione. Come risponde quel piccolo paese a tale assedio? In vari modi, certamente. Con la sua forza militare, la sua intelligence, i sistemi di sicurezza interna e alle frontiere cui ora l'Europa guarda non più con fastidio per non dire indignazione, ma al contrario quasi con invidia e desiderio di emulazione. Ma anche e soprattutto con qualche cosa d'altro, Israele reagisce all'assedio. Con uno spirito vitale unico al mondo, che viene da un pensiero antico, alle radici dell'ebraismo: quello per cui la vita è il valore più grande che c'è. L'ebraismo e Israele credono nella vita, e questa fede nutre giorno per giorno lo slancio, l'entusiasmo, la speranza e l'ottimismo anche a dispetto di tutto. È un'energia difficile da descrivere e definire: bisogna viverla e sentirla, entro quegli angusti confini."
18 maggio 2016, Informazione Corretta riporta la recensione di Carlo Panella "La grande balla dell'islam 'laico': 'Gerusalemme è la città di Allah'", pubblicata su “Libero” del 18 maggio 2016, a pagina 25
16 maggio 2016, all'indomani della presentazione del libro al Salone Internazionale del Libro di Torino

Mario Baudino, "La Stampa", 16 maggio 2016, p. 33

Qui Torino - Israele, una terra di paradossi, "Moked - Il portale dell'ebraismo italiano, 16 maggio 2016

La diretta della presentazione del libro al Salone Internazionale del Libro di Torino, Radio Radicale, www.radioradicale.it, 15 maggio 2016
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Categorie: MULTIMEDIA, Politica internazionale, eBook
Tag: Antisemitismo, Antisionismo, Autorità Palestinese, Cronaca, Gerusalemme, Hamas, Hetzbollah, Informazione, Isis, Israele, Medio Oriente, Netanyhau, Olp, Palestina, Politica, Propaganda, Sionismo, Striscia di Gaza, Tel Aviv, Terrorismo